Le mascherine monouso hanno il compito di preservare chi le porta da sostanze patogene volatili normalmente presenti nell’aria come virus, batteri e polveri sottili. Ne esistono di quattro diverse tipologie, da usare correttamente a seconda delle occasioni: quelle chirurgiche, utilizzate soprattutto dai medici specialisti ma in dotazione anche ai cittadini, le FFP1, utili in ambienti ove vi siano molte polveri come ad esempio un cantiere, le FFP2, indispensabili in ambienti sanitari nei quali ci siano potenziali contagi con i pazienti e le FFP3, estremamente filtranti e quindi particolarmente adatte a soggetti con virus o infezioni che non vogliano trasmettere all’esterno.
I dispositivi si possono acquistare anche online e se ne trovano di ogni tipo come, ad esempio, le mascherine usa e getta presenti sul sito di RS Components, che ne offre una vasta gamma, anche regolabili su viso e naso per un comfort maggiore.
Come scegliere la mascherina giusta
Come già accennato, ogni tipo di mascherina monouso ha poteri filtranti diversi, sia dall’esterno verso l’interno che viceversa. La valvola presente in alcuni modelli ha l’unico scopo di lasciar fuoriuscire l’aria calda mantenendo un ricambio d’aria ottimale anche dopo parecchie ore, ma non aggiunge nulla alla capacità di filtraggio delle particelle per chi la indossa. Una mascherina FFP1 trattiene principalmente le sostanze volatili più visibili, come polveri più o meno sottili risultanti da lavorazioni artigianali o edili nella misura di circa il 70%, quindi sono da prediligersi negli ambienti di lavoro.
Le FFP2 sono una via di mezzo tra le FFP1 e le FFP3 o quelle chirurgiche: pur trattenendo molteplici agenti patogeni come i virus, se questi viaggiano nell’aria sotto forma di aerosol allora sono più protettive queste due ultime tipologie, grazie a un maggior numero di strati. La capacità filtrante di una FFP2, infatti, è pari a circa il 92% nei due sensi ma, se è presente la valvola, dall’interno verso l’esterno questo valore cala drasticamente al 20%, pertanto essa può rappresentare un fattore di rischio per gli altri se a indossarla è un soggetto con malattie virali.
Lo stesso accade nelle mascherine con valvola FFP3 ma, qualora questa sia assente, il potere filtrante nei due sensi sarà pari al 99% e riguarderà anche particelle in aerosol, generalmente tra le più pericolose.
Infine, le mascherine chirurgiche sono le più versatili e leggere in assoluto ma, pur non prevedendo valvole, sono utili soprattutto per la capacità filtrante dall’interno all’esterno, che è del 95% mentre, nel senso opposto, si limita al 20%: si possono quindi impiegare per non contagiare il prossimo o per proteggersi in ambienti dove difficilmente siano in circolo agenti patogeni importanti.
Come indossare correttamente la mascherina
Le migliori mascherine, di qualunque tipologia siano, sono quelle che meglio si adattano sul viso, impedendo all’aria di infiltrarsi. In tal senso, all’altezza del naso possono trovarsi clip da stringere manualmente, mentre gli elastici risultano regolabili. Esistono elastici da posizionare dietro ciascun padiglione auricolare o, in alternativa, direttamente dietro la nuca a seconda delle singole necessità. Grazie a materiali come PVC e TNT (tessuto non tessuto), sia la mascherina che gli elastici rimangono piuttosto morbidi sulla pelle e difficilmente lasciano segni se s’indossano correttamente.
La mascherina andrebbe sempre maneggiata con le mani pulite e mai afferrata nella parte centrale, specie durante o dopo l’uso perché gli agenti patogeni potrebbero depositarsi sul corpo centrale. Una volta rimossa, va gettata negli appositi contenitori e, se la si utilizza per molte ore, è persino possibile valutare un cambio a metà giornata.