Le origini dell’ ebraismo sono scritte nella Bibbia ebraica, il testo sacro per questa religione, che corrisponde quasi interamente all’Antico Testamento dei Cristiani. L’ebraismo è la religione monoteista più antica in assoluto. Nacque con Abramo che è stato il primo credente nell’unico Dio.
La Bibbia racconta che, circa quattromila anni fa, Abramo e Dio fecero un patto che avrebbe protetto e guidato Abramo, la sua famiglia e il suo popolo verso una terra fertile in cui poter vivere. Abramo, la sua famiglia e il suo popolo avrebbero adorato e glorificato Dio per tutte le future generazioni. Abramo e Dio stabilirono questo patto che fu suggellato da Dio con un dono: un figlio dalla moglie sterile Sara. Sara, infatti, non poteva avere figli ma partorì Isacco, il primo di numerosi discendenti.
Il popolo d’Israele, dopo la morte di Abramo, riprese il cammino verso questa terra fertile con Mosè, colui che ricevette direttamente da Dio sul Monte Sinai, le tavole dei Dieci Comandamenti. Ogni anno, quando si festeggia Pesach, la pasqua ebraica, gli Ebrei di tutto il mondo brindano augurandosi “E l’anno prossimo a Gerusalemme!”. Questo augurio esprime la speranza di tutti gli Ebrei di vivere tutti insieme nella Terra Promessa.
La Bibbia Ebraica
La parola Bibbia viene dal greco biblia e significa “i libri”. La Bibbia è così importante da essere definita il libro dei libri. Originariamente in lingua ebraica, la Bibbia comprende la Torà, la parte formata dai primi cinque libri (Genesi, Esodo, Levito, Numeri e Deuteronomio). La Bibbia ebraica, oltre a raccontare le storie dei patriarchi come Abramo, Isacco e Giacobbe, racconta delle promesse fatte da Dio al popolo ebraico, e le vicende che si sono verificate nel corso dei millenni al Suo popolo. Per gli Ebrei la Bibbia ha così tanta importanza che essi vengono anche definiti il popolo del libro. Durante l’infanzia l’ebreo impara a memoria lunghi brani delle Sacre Scritture e da adolescenti discutono sui passi più importanti insieme agli adulti. L’ ebraismo ha in comune con il cristianesimo moltissime parti della Bibbia, ma non tutte.
La sinagoga
La sinagoga è il luogo in cui gli Ebrei si ritrovano per pregare nel giorno di sabato. La parola sinagoga significa assemblea, proprio perchè è il luogo in cui si riuniscono gli Ebrei. La sinagoga ha sempre un lato rivolto verso Gerusalemme, in modo che si possano recitare le preghiere in direzione della Città Santa. In questo lato della sinagoga si trova l’arca-armadio in cui sono custoditi i rotoli delle Sacre Scritture. Il piano superiore della sinagoga è riservato alle donne, esse infatti partecipano alle cerimonie religiose in una zona separata dagli uomini, insieme ai bambini. Una luce resta sempre accesa nella sinagoga, è la lampada eterna che ricorda la Menorah dell’antico Tempio di Gerusalemme, il famoso candelabro a sette braccia.
Le feste ebraiche
Le feste ebraiche sono davvero tante ed iniziano tutte la sera al tramonto, per concludersi il giorno dopo al tramonto. Il calendario ebraico è lunisolare, calcolato cioè sia sui moti del sole sia sui moti della luna. L’anno è quindi composto da 12 o 13 mesi da 29 o 30 giorni ciascuno. Le festività rispettano questo calendario e alcune sono legate strettamente alla stagione, devono cioè celebrarsi nella giusta stagione. Alcune delle feste più importanti sono:
- Yom Kippur. E’ la festa più importante e cade in autunno e conclude i dieci giorni di penitenza iniziati con il capodanno ebraico Rosh haShana, che arriva 162 giorni dopo il primo giorno di Pesach, la pasqua ebraica. Si digiuna, si prega, ci si pende dei peccati e Dio decide in questo giorno il destino per l’anno successivo. Nelle sinagoghe si suona la Shofar, uno strumento ricavato da un corno di montone.
- Purim. E’ il carnevale degli Ebrei e ricorda la liberazione da Haman, il consigliere del re persiano che voleva sterminare gli Ebrei. La coraggiosa regina Ester supplicò il re persiano che risparmio il popolo. Tutti i bambini si travestono, portano in sinagoga dolci e sonagli, che agitano ogni volta che viene pronunciato il nome di Haman.
- Sukkot. E’ una festa molto amata dai bambini, infatti tutta la famiglia, compresi i nonni, giocano a costruire capanne. La festa prende il nome dalle capanne di frasche che tutte le famiglie costruiscono in giardino o sul terrazzo, per ricordare gli antenati che durante i viaggi e gli spostamenti nel deserto, abitavano in capanne.
- Pesach. La pasqua ebraica, il cui nome ricorda l’uscita degli Ebrei dall’Egitto e il periodo trascorso nel deserto. La cena di pasqua è un momento molto importante per la famiglia ed è detta Seder di Pesach. In questa cena si mangia pane azzimo, ovvero non lievitato, in ricordo degli antenati che non ebbero il tempo di far lievitare il pane. Le erbe amare, altro cibo presente alla cena, ricordano l’amarezza della schiavitù. Durante la cena, ogni anno, il più piccolo della famiglia domanda “Perchè questa cena è diversa dalle altre?” e il più anziano della famiglia inizia a raccontare la storia dei Patriarchi e la fuga del popolo ebraico dall’Egitto.
- Channukà. La festa delle luci, che ricorda come più di 2000 anni fai gli Ebrei, sottomessi dal re siriano Antioco IV Epifane, riuscirono a riconquistare il loro tempio e vollero riconsacrarlo. Si racconta che in questa occasione fu ritrovata una piccola anfora con dentro un pò d’olio che poteva bastare per illuminare il tempio un solo giorno, ma per miracolo, bastò per otto giorni interi. Così tutti gli anni, per otto giorni si accende un candelabro a otto braccia e lo si mette alla finestra, perchè tutti possano vederlo.
- Bar Mitzvah. E’ il giorno in cui i ragazzi dimostrano di essere diventati maturi. Si chiama Bar mitzvà per i maschi e avviene a 13 anni, e Bat miztvà per le femmine e avviene a 12 anni. In questa occasione i ragazzi sono chiamati a leggere un brano della Torà in sinagoga.
Una fiaba Ebraica
Una volpe, passando davanti al muro di un giardino, sente un delizioso profumo di uva matura. Annusando e cercando lungo il muro si accorge che c’è una strettissima apertura da cui potrebbe entrare, se solo fosse un pò più magra. La volpe, astuta e testarda, non si arrende: rimane ferma di fronte al muro tre giorni e tre notti senza mangiare, finchè non dimagrisce abbastanza da poter passare attraverso il buco, entrare nel giardino e saziarsi, fino a scoppiare, di quei grappoloni squisiti. Quando decide di decide di passare dal buco del muro per uscire, si rende conto che… è ingrassata di nuovo!
L’unico modo per tirarsi fuori è digiunare ancora per tre giorni e tre notti, finchè non sarà dimagrita nuovamente a sufficienza per poter passare. La volpe digiuna, dimagrisce e andandosene via si rivolge ai grappoli: “Siete così buoni e così inutili. Sia che vi mangi, sia che non vi mangi, comunque non mi servite!”
Così è la vita. Ci affezioniamo tanto alle ricchezze e ai piaceri del mondo, senza pensare che nasciamo senza niente e senza niente dovremo andarcene.